giovedì 7 novembre 2013

Meno male che l'algoritmo c'è

Ieri mattina, mentre facevamo colazione, mia moglie mi ha fatto leggere il "Buongiorno" di Massimo Gramellini apparso oggi sul sito della "Stampa". Già il titolo mi ha fatto andare un po' di traverso la fetta di torta che stavo mangiando: potete capire che iniziare la giornata con un articolo intitolato "Abbasso gli algoritmi" non è cosa graditissima a un informatico.
Lo spunto era una recente ricerca compiuta da due ricercatori americani. Gramellini, tra disprezzo e indifferenza, non li nomina mai, ma si chiamano Lars Backstrom e Jon Kleinberg. Secondo la descrizione che ne è stata data dalla stampa qualche giorno fa, i due scienziati hanno progettato un algoritmo che sarebbe in grado di predire la durata di una coppia.
Come scrive il giornalista:
In sintesi: chi ha molti amici e li condivide con il proprio partner costruirà un legame resistente, mentre chi separa la sfera degli amici da quella del partner farà morire il rapporto d’asfissia.

Banale, dice Gramellini, serviva un algoritmo per arrivare a una simile ovvietà? E avrebbe ragione, se davvero fosse solo questo il risultato della ricerca. In realtà, andando a leggere l'articolo di Backstrom e Kleinberg, ho scoperto che la questione della resistenza dei legami di coppia è solo un aspetto marginale della ricerca, che non viene nemmeno menzionato nell‘abstract. La tesi principale, invece, è il fatto che all‘interno di una rete che modella un insieme di relazioni sociali, i legami di coppia sono solitamente riconoscibili grazie a particolari caratteristiche topologiche.
Ecco quello che, a mio parere, è il primo errore di Gramellini: non aver compiuto un minimo di ricerca per verificare l‘attendibilità delle fonti. Al contrario si è fidato della lettura superficiale e distorta che avevano dato alcuni suoi colleghi, sulla quale si è poi basato per emettere una sentenza definitiva di inutilità dello studio dei due americani.

Ma c'è almeno un altro errore, secondo me: quello di farsi guidare da un (purtroppo molto diffuso) senso di superiorità della cultura umanistica rispetto a quella scientifica, e dalla assurda convinzione che ciò che è scientifico è per forza arido, grigio, privo di passione. Il non possedere una sufficiente preparazione scientifica e una sensibilità per questo genere di conoscenza non dovrebbe portare a sminuirla a priori, sottovalutando le sue conquiste e disprezzando i suoi protagonisti. Scrive Gramellini:

La dittatura dell’algoritmo è l’ultimo rifugio di un certo tipo di persone, per lo più maschi intellettuali con il cuore a forma di granchio e gli occhi a forma di dollaro, che non riuscendo più a sentire niente si illudono di domare le loro insicurezze con una serie di algide formulette attinte dalla marea di dati personali che le nuove tecnologie mettono a disposizione.
Ormai esiste un algoritmo per tutto: il giornale perfetto, il pranzo perfetto, il delitto perfetto. Questi aridi manichini del sapere moderno pensano di controllare la realtà, racchiudendola in una previsione statistica che consenta di anticipare i comportamenti umani per offrirli in pasto ai pubblicitari. Poi per fortuna arriva sempre qualcuno posseduto dal coraggio e dalla sana follia della passione che tira un calcio agli algoritmi e, azzardando ciò che nessuno aveva ancora previsto, ci salva. E li frega.

Gramellini, che peraltro io considero un valente giornalista e del quale, in più di una occasione, ho apprezzato la profondità d'animo e il coraggio intellettuale, qui commette un clamoroso scivolone. Mosso dal suo consueto sentimentalismo ma soprattutto da un insolito (e poco spiegabile) astio nei confronti degli scienziati, giudica, insulta, generalizza.
Aridi manichini del sapere moderno? Occhi a forma di dollaro? Cuore a forma di granchio? Come se fare scienza fosse sinonimo di avidità economica e di insensibile cinismo. Mi sa che il granchio (e anche grosso) stavolta l'ha preso Gramellini.

6 commenti:

  1. Scrivere di Gramellini che parla di algoritmi è come scrivere di Berlusconi che parla di economia, che ci azzeccano? Non ne vale la pena. L'arte del provocare reazioni per farsi pubblicità è troppo diffusa per incentivarla ulteriormente, meglio un silenzio schifato.

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  2. Gramellini sta al giornalismo come il cioccolato sta sulla pastasciutta. Certo, ce lo puoi mettere, ma devi avere davvero coraggio per assaggiare il risultato.

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  3. Questi concetti non potevano essere espressi meglio. Purtroppo per i media la cultura ha la "c" minuscola perché è solo "umanistica" (o onanistica?). Quella con la "C" (che non lascia fuori niente) non è apprezzata perché i "grandi giornalisti italiani" non ci arrivano.

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  4. Caro Paolo

    leggo solo ora il tuo post.

    Avevo commentato anch'io l'articolo di Gramellini in un mio post http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/09/algoritmi-che-passione/772044/ e sono lieto di vedere che anche tu avevi toccato il tema della presunta superiorità della cultura umanistica su quella scientifica, che troppi danni continua a fare in Italia.

    In quest'ottica il tuo blog è una risorsa preziosa. Continua sempre con immutata passione!

    A presto, Enrico

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  5. Caro Paolo, credo che il problema stia in quello che hai detto tu, ovvero la verifica delle fonti, dogma di ogni giornalista degno di questo nome. Purtroppo oggi le fonti sono decuplicate, anche grazie alla rete, ma la loro attendibilità è molto più rara. Tuttavia, in questo caso bastava leggersi l'articolo originale, non dovrebbe costare molta fatica, ad un giornalista....tra l'altro mi sembra che i modelli "da dare in pasto ai pubblicitari" li alimentano molto spesso proprio i giornali, ma non per produrre giornalismo, ma più spesso gossip di basso livello....cmq. i commenti ricevuti per questo articolo sono piuttosto focosi, chissà che magari Gramellini non risponda, oggi si dedica ad un ragionamento sull'attendibilità delle fonti!!!))))) ciao, Christian

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  6. Ma che il corsivo (altro che articolo) fosse un divertissement ironico da non prendere alla lettera non passa per la testa a nessuno? Cioè espressioni tipo "cuore a forma di granchio" e "prendere a calci gli algoritmi" vi sembrano serie e da prendere alla lettera? In italia ogni scusa è buona per sputare in faccia agli altri... (e dirgli cosa devono fare, Gramellini sarà pur libero di scegliersi la parte dell'articolo che gli interessa, o no?) Autismoooo, portami via!

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